Paralisi del Nervo Facciale


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La paralisi facciale (detta anche paralisi di Bell) è una patologia causata da una lesione temporanea o permanente del VII nervo cranico che controlla la muscolatura del viso.

Paralisi del nervo facciale: sintomi
Il sintomo con cui si manifesta la paralisi facciale è un’ improvvisa alterata motilità dei muscoli del viso, sia a riposo che in movimento. Il paziente nota una malformazione di metà del viso in senso verticale: caduta del tono muscolare, impossibilità di muovere le palpebre, alterazione della salivazione e della lacrimazione, parziale perdita del senso del gusto.

Paralisi del nervo facciale: cause e conseguenze
Sebbene in alcuna letteratura medica venga definita “a frigore”, collegandone quindi l’insorgenza al freddo eccessivo, la paralisi del nervo facciale è invece dovuta a diversi fattori: interventi neurochirurgici sul cervello (neurinomi del nervo acustico), interventi per asportazione di tumori della ghiandola parotide oppure infezioni erpetiche del canale del facciale (sindrome di Ramsey-Hunt).

A seconda che colpisca tutti i muscoli innervati dal nervo facciale (paralisi periferica) o solo i muscoli della metà inferiore del viso (paralisi centrale) può avere conseguenze diverse su una serie di funzioni: l’apertura e chiusura delle palpebre, la lacrimazione, la salivazione, la parola.

Una delle più gravi conseguenze della paralisi facciale è il lagoftalmo paralitico cioè l’impossibilità di chiudere le palpebre. Questa condizione non è tollerabile per lungo tempo dall’occhio che rischia di asciugarsi ed andare incontro a problemi molto seri, quali ulcere ed infezioni, che possono compromettere in maniera irreversibile la sua funzione.

Paralisi facciale: terapia
Nel caso sia determinata da infezione, la paralisi facciale e il conseguente lagoftalmo paralitico si risolvono spontaneamente o tramite cura farmacologica in un tempo generalmente breve (da una settimana a due mesi circa). Se invece è causata da un’operazione o un trauma fisico e non è più possibile ripristinare la funzione del nervo danneggiato si può migliorare di molto la condizione del lagoftalmo paralitico con tecniche chirurgiche moderne ed efficaci.

L’esecuzione di una tarsorrafia (cioè la sutura parziale o totale delle palpebre) per proteggere la cornea esposta ed impedire che l’occhio si asciughi è utile, ma deve essere considerata una soluzione solo temporanea. Se la paralisi perdura da più di sei mesi è infatti bene passare a tecniche più efficaci che permettano di mantenere l’occhio aperto e funzionante.

L’apposizione di un impianto di peso d’oro nello spessore della palpebra superiore, associato ad un innalzamento della palpebra inferiore, permette un’ apertura normale dell’occhio ed al tempo stesso una chiusura che, anche se non perfetta, consente all’occhio di non correre rischi di esposizione prolungata, mantenendo un aspetto esteriore del paziente il più normale possibile.

Il lagoftalmo paralitico (impossibilità a chiudere l’occhio) che si verifica in conseguenza di una paralisi del nervo facciale è una condizione che non è tollerata per lungo tempo dall’occhio, che rischia di asciugarsi ed andare incontro a problemi molto seri che possono compromettere in maniera irreversibile la sua funzione.

La causa più frequente della paralisi del nervo facciale è rappresentata da interventi neurochirurgici sul cervello (neurinomi del nervo acustico), interventi per asportazione di tumori della ghiandola parotide oppure da infezioni erpetiche del canale del faciale (Sidrome di Ramsey-Hunt) che venivano in passato definite paralisi a frigore o di Bell.


Paralisi del Nervo Facciale 1.1Paralisi del Nervo Facciale 1.2


Oggi non è ancora possibile ripristinare la funzione del nervo danneggiato, ma si può migliorare di molto la condizione del lagoftalmo paralitico con tecniche chirurgiche moderne ed efficaci. L’applicazione di una tarsorrafia (sutura delle palpebre) per impedire che l’occhio si asciughi è si utile, ma deve essere considerata solo temporanea.

Se la paralisi è destinata a perdurare oltre i sei mesi è bene passare a tecniche più efficaci e che permettano di mantenere l’occhio aperto e funzionante.

La combinazione di un impianto di peso d’oro nello spessore della palpebra superiore associata ad un innalzamento della palpebra inferiore permettono una apertura normale dell’occhio ed al tempo stesso una chiusura che, anche se non perfetta, permetta all’occhio di non correre rischi di esposizione prolungata, mantenendo un aspetto esteriore del paziente il più normale possibile.


Correzione di ectropion e lagoftalmo paralitico


Paralisi del Nervo Facciale 2.1Paralisi del Nervo Facciale 2.2
Foto 1: foto pre operatoria con paralisi del facciale a sinistra; si noti l’eccessiva apertura dell’occhio sinistro rispetto al destro legato all’abbassamento della palpebra inferiore (ectropion paralitico). Si noti come la cornea a sinistra sia opaca al centro in conseguenza del lagoftalmo.

Foto 2: foto pre operatoria a sinistra dimostra l’entita del lagoftalmo paralitico.

Foto 3: stessa paziente 1 mese dopo impianto di peso d’oro nella palpebra superiore a sinistra e simultanea correzione dell’ectropion paralitico della palpebra inferiore. Si noti la perfetta simmetria dei due occhi che ora appaiono simmetrici anche nella palpebra inferiore. Si noti anche il miglioramento dell’opacità corneale.Il peso d’oro nella palpebra superiore è assolutamente invisibile.

Foto 4: il lagoftalmo è molto migliorato a sinistra ed un lieve residuo di 1-2 mm è la norma in questi casi e non causa disturbi all’occhio.


Paralisi del Nervo Facciale 3.1Paralisi del Nervo Facciale 3.2
Foto 1:  foto pre operatoria con paralisi del facciale a sinistra presenta una tarsorrafia (palpebre suturate insieme lateralmente). Si noti la grande asiemmetria tra i due occhi e l’impatto antiestetico della tarsorrafia che impedisce inoltre la vista laterale verso sinistra.

Foto 2: foto pre operatoria con tarsorrafia, nonostante la tarsorrafia il lagoftalmo è molto evidente ed il paziente presenta numerosi disturbi legati alla secchezza corneale secondaria al lagoftalmo.

Foto 3: stesso paziente dopo che è stata rimossa la tarsorrafia laterale, impiantato il pesino d’oro nella palpebra superiore e alzata la palpebra inferiore. Si noti la simmetria dei due occhi e la completa e normale apertura delle palpebre a sinistra.

Foto 4: il lagoftalmo è completamente corretto, con 1-2 mm residui che non determinano disturbi.


Paralisi del Nervo Facciale 4.1Paralisi del Nervo Facciale 4.2
Foto 1: paralisi del faciale a sinistra. In posizione primaria si nota la maggior apertura dell’occhio sinistro rispetto al destro, legato all’sbbassamento della palpebra inferiore, sempre associato e concausa del lagoftalmo paralitico.

Foto 2: paziente con paralisi del faciale a sinistra dimostra marcato lagoftalmo ed esposizione corneale.

Foto 3: in posizione primaria dopo impianto di peso d’oro e correzione dell’ectropion paralitico della palpebra inferiore. Si noti la simmetria tra i due occhi nella posizione della palpebra inferiore che ora protegge molto meglio la cornea. La presenza del peso d’oro è invisibile.

Foto 4: il lagoftalmo appare completamente corretto e la cornea è ben protetta.


Paralisi del Nervo Facciale 5.1
Paralisi del Nervo Facciale 5.2Paralisi del Nervo Facciale 5.3
Foto 1 e 2: paziente con paralisi del faciale pre operatoria: si nota abbassamento della palpebra inferiore (ectropion paralitico).

Foto 3 e 4: paziente con paralisi del faciale pre operatoria. Peso di prova: applicando esternamente sulla palpebra un peso di prova si può trovare il peso giusto per permettere una normale apertura palpebrale senza ptosi meccanica.

Foto 5: post operatoria. Correzione lagoftalmo paralitico con impianto di peso d’oro nella palpebra superiore e correzione ectropion paralitico della palpebra inferiore: si nota la simmetria con l’occhio controlaterale in posizione primaria.

Foto 6: post operatoria. Correzione lagoftalmo paralitico con impianto di peso d’oro nella palpebra superiore e correzione ectropion paralitico della palpebra inferiore: si nota la completa chiusura delle palpebre senza sforzo.

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