Trauma Oculare con Perdita dell’Occhio

Anoftalmo post-traumatico

La perdita di un occhio in seguito ad un trauma è un evento estremamente invalidante per la funzione visiva, fortunatamente mantenuta dall’altro occhio, e anche per la componente estetica. Purtroppo al momento la medicina non ha ancora trovato soluzioni per recuperare la funzionalità di un occhio compromesso da un trauma, ma per lo meno l’evento può essere mitigato da un pieno recupero della estetica del viso.

Oggi più che mai sono i giovani maschi, nel pieno dell’attività sociale e professionale a subire questo tipo di traumi, da incidenti stradali, attività lavorative, episodi violenti o attività sportive o ludiche. Per quanto la chirurgia consista nella effettiva rimozione del bulbo ‘perso’ e sia da considerarsi a tutti gli effetti una ‘amputazione’ di un grano, essa permette un recupero quasi perfetto dell’estetica in quasi tutti i casi.

Potersi mettere alle spalle l’evento negativo e non attrarre sguardi e domande curiose permette di recuperare fiducia in se stessi e gestire l’handicap funzionale al meglio. L’intervento si esegue in anestesia locale, in sedazione e senza dolore.

L’occhio viene conservato per tutto ciò che è utile, cioè il suo involucro esterno ed i suoi muscoli mentre ciò che è perso viene pulito (l’interno dell’occhio) in un intervento che si chiama eviscerazione oculare. Se non rimosso l’occhio traumatizzato può causare dolori e fastidi cronici, e andare incontro ad una progressiva atrofia.

Dopo la rimozione del contenuto del bulbo oculare, viene messo all’interno del guscio oculare una endoprotesi che mantiene i volumi corretti. Dopo un mese si può mettere la protesi estetica definitiva che viene costruita dal protesista in maniera artigianale sin modo che corrisponda ai colori dell’occhio sano. Alla fine sara difficile riconoscere il problema e l’effetto è senz’altro positivo sotto l’aspetto psicologico, estetico ed anche funzionale, in quanto ogni fastidio e dolore vengono eliminati definitivamente.

ESEMPIO
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Figura 1: Giovane maschio che presenta una atrofia progressiva del bulbo oculare (foto a sinistra) dopo trauma e numerosi interventi per tentare di salvare l’occhio. Nella foto a destra 1 mese dopo intervento con impianto di protesi estetica.

ESEMPIO
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Figura 2: Giovane maschio con perdita del bulbo oculare destro (foto a destra) in seguito a ustione da soda caustica; nella foto a sinistra 1 mese dopo intervento e impianto di protesi estetica.In questo caso l’ustione chimica delle ciglia ha coinvolto anche le palpebre con perdita del margine ciliare, più difficile da ricostruire.

Cavità Anoftalmica Contratta

Alcuni pazienti hanno già subito la rimozione del bulbo in passato, ma hanno problemi di progressiva riduzione dei volumi, necessità di cambiare la protesi frequentemente, con protesi sempre più piccole fino addirittura a perdere la protesi stessa.

Questo processo si chiama contrazione della cavità anoftalmica, ed è causata dalla mancanza di volume legata alla perdita dell’occhio. In passato infatti, non veniva messa la endoprotesi ed i tessuti subiscono una progressiva atrofia rendendo esteticamente problematica questa situazione. La ricostruzione della cavità anoftalmica può essere eseguita ugualmente con un impianto orbitario secondario, normalmente un impianto di grasso prelevato dal paziente e impiantato in profondità a riempire la cavità atrofica.

Anche in questi casi i miglioramenti sono significativi permettendo di stabilizzare una volta per tutte il problema, evitando il rischio di non portare più una protesi.

ESEMPIO 3

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Figura 3: Nella foto di sinistra si nota una cavità vuota riempita da una piccola protesi dislocata in basso ed in dietro con un solco palpebrale superiore molto profondo. A destra la stessa paziente dopo impianto secondario con innesto di grasso presenta un significativo miglioramento estetico ed una stabilizzazione della cavita’ per il futuro.

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