L’orbitopatia tiroidea è causata da un’infiammazione che colpisce l’orbita, ossia lo spazio dietro l’occhio, coinvolgendo il grasso ed i muscoli extraoculari.
Anche le palpebre vengono interessate con una eccessiva apertura (retrazione palpebrale), che aggiungendosi all’eccessiva sporgenza dell’occhio, determinano un’importante secchezza con bruciore e irritazione oculare.
L’ orbitopatia tiroidea è la causa più frequente di esoftalmo, mono o bilaterale, e colpisce più frequentemente donne che uomini, di età compresa tra 40 e 60 anni.
La comparsa dei sintomi è spesso graduale, infatti i pazienti non riescono a individuarne l’esordio. La progressione è variabile, di comune riscontro una familiarità per patologie tiroidee e il fumo rappresenta un fattore di rischio.
L’esoftalmo è bilaterale, anche se spesso si manifesta in maniera asimmetrica.
L’aspetto delle pazienti affette da esoftalmo tiroideo è grandemente alterato rispetto a prima della malattia ed il ripristino della normale forma e posizione degli occhi rispetto alla sporgenza ed ai cambiamenti delle palpebre può essere ottenuto solo grazie alla chirurgia riabilitativa.
Figura: Muscoli extra-oculari molto ingranditi e visibili alla TAC;
l’aumento di spessore dei muscoli è tipico dell’orbitopatia tiroidea.
Oltre all’esoftalmo ed alla retrazione palpebrale, altri cambiamenti indotti dalla disfunzione tiroidea comprendono il gonfiore delle palpebre, con comparsa e/on peggioramento delle borse palpebrali e gonfiore superiore.
Nella maggior parte dei pazienti i segni e i sintomi clinici descritti si presentano in associazioni variabili da caso a caso.
Inoltre è importante ricordare che la orbitopatia tiroidea presenta tipicamente due fasi:
- la fase infiammatoria, attiva: ha una durata variabile da 6 a 18 mesi e la risoluzione è spesso spontanea. In questa fase è necessario monitorare le funzioni visive, la superficie oculare e gestire i fenomeni legati l’infiammazione (gonfiore, rossore e dolore perioculare) con cortisone, che può essere somministrato per via endovenosa oppure come a noi capita di raccomandare sempre più spesso almeno nella fase iniziale, a livello locale (peribulbare) con punture di cortisone vicino all’occhio per ridurre le complicazioni sistemiche e massimizzare l’effetto terapeutico oculare.
Trattamento con cortisone
Questo trattamento è indicato solo nella fase attiva, quella infiammatoria ed è utilissimo per controllare la malattia a livello perioculare, migliorare i disturbi di irritazione e dolore, ridurre il gonfiore e in molti casi migliora anche eventuale sdoppiamento della vista (vedi foto sotto prima e dopo punture di cortisone).
Il vantaggio del trattamento con puntura vicino o all’occhio rispetto ai boli endovena è che il trattamento con puntura, da fare esclusivamente con oculista dedicato, elimina o riduce enormemente tutti gli effetti collaterali del cortisone sistemico ad alte dosi, e massimalista l’effetto del cortisone dove è utile, ossia a livello peri-oculare.
Si tratta di fare una semplice punturina in ambulatorio, da ripetere.
L’infiammazione orbitaria che causava visione doppia, strabismo e gonfiore visibili nella foto di sinistra è stata trattata con cortisone peri-bulbare che ha evitato la necessità di un intervento di strabismo riportando gli occhi in posizione corretta e riducendo significativamente il gonfiore palpebrale tipico di questa fase attiva.
- la fase quiesciente, cronica, fibrotica: è caratterizzata da una stabilizzazione completa dei segni e sintomi oculari.L’occhio è bianco, assenza di edema e iperemia, ma i danni avvenuti precedentemente e che non sono migliorati spontaneamente o con il cortisone, sono permanenti.Il trattamento medico è inefficace e dopo una stabilizzazione di 6-12 mesi si può intervenire chirurgicamente per una riabilitazione estetica-funzionale.
Terapia chirurgica dell’esoftalmo
La decompressione orbitaria è l’intervento che si esegue per correggere l’eccessiva sporgenza dei bulbi oculari (esoftalmo) utilizzando delle tecniche mini-invasive, senza cicatrici visibili ed in regime di day surgery.
La tecnica prevede l’ampliamento dello spazio orbitario osseo grazie alla rimozione delle due pareti orbitarie più sottili che confinano con i seni nasali. Nessuna incisione visibile per la decompressione orbitaria, intervento in anestesia generale con una sola notte di ricovero (Day hospital notturno).
Il dolore è minimo e normalmente si può ritornare a svolgere le proprie attività leggere in 48 ore e complete in 10-15 giorni.
L’iter chirurgico prevede in primo luogo la correzione dell’esoftalmo, tramite la decompressione orbitaria, la correzione della retrazione palpebrale superiore ed inferiore e sul grasso, tramite una blefaroplastica per offrire al paziente una riabilitazione estetica e funzionale completa ed efficace.
Noi eseguiamo tutti gli interventi correttivi estetici che riguardano anche le palpebre sia inferiori che superiori, associando alla decompressione la correzione della retrazione palpebrale e la blefaroplastica estetica.
Il vantaggio di un intervento unico in una sola sessione, soluzione che solo noi di Oculoplastica Bernardini offriamo, è evidente in termini di risparmio, riduzione del numero degli interventi e soddisfazione per l’impatto estetico completo.
Al termine della fase chirurgica il paziente dovrebbe essere il più possibile simile allo stato di pre-malattia.
Tecnica della Decompressione Orbitaria
Attraverso un piccolo taglio nella parte rosa tra occhio e naso si raggiunge la parete mediale ed inferiore dell’orbita che sono pareti estremamente fragili e danno notevoli capacita di decompressione:
Aspetto intraoperatorio con vista da dietro che dimostra il rientro dell’occhio destro decompresso rispetto al sinistro ancora da operare. L’esoftalmo nei due occhi era simmetrico. L’effetto rientro del bulbo oculare è immediato:
L’esame TAC delle orbite dimostra l’effetto di rimozione della parete mediale con espansione verso i seni etmoidali occupati da aria nei due lati e di conseguenza l’ampliamento del volume orbitario con considerevole rientro dei bulbi oculari:
L’esame TAC delle orbite dimostra l’effetto di rimozione della parete inferiore (pavimento orbitario) con espansione verso i seni mascellari occupati da aria nei due lati e di conseguenza l’ampliamento del volume orbitario con considerevole rientro dei bulbi oculari:
Video esoftalmo tiroideo
Risultati estetici: prima e dopo