Ne soffre un italiano ogni 10, con un’incidenza più elevata tra le quarantenni. Disturbi e malattie alla tiroide interessano circa 6 milioni di persone nel nostro Paese: numeri importanti, che hanno spinto a promuovere, dal 12 al 16 maggio, la Settimana nazionale della tiroide per sensibilizzare diagnosi precoci e cure mirate.
Come conseguenza del malfunzionamento della tiroide e della malattia infiammatoria che la determina può verificarsi l’orbitopatia tiroidea, un disturbo piuttosto diffuso anche se poco conosciuto che provoca il progressivo spostamento in fuori del bulbo oculare e una eccessiva apertura delle palpebre.
L’ipertiroidismo o morbo di Graves può determinare un aumento del volume orbitario (ossia dello spazio dietro l’occhio) con conseguente esoftalmo (occhio sporgente) e retrazione palpebrale (eccessiva apertura delle palpebre).
Il risultato sono occhi sporgenti all’infuori. Tenuto conto che la malattia colpisce soprattutto giovani donne, risulta evidente che l’impatto estetico di questa condizione sia molto rilevante, senza considerare che nei casi più gravi può compromettere la funzione visiva».
L’intervento.
Il problema della funzionalità tiroidea deve essere valutato e gestito dall’endocrinologo, ma per far ritornare gli occhi nella posizione originaria può essere necessario un intervento chirurgico di decompressione orbitaria.
Lo specialista indicato per eseguire questo tipo di interventi è l’oculista, in particolare se ultraspecialista in chirurgia oculoplastica e orbitaria, una branca dell’oculistica che riguarda esclusivamente la patologia delle palpebra e dell’orbita.
Passando dalla palpebra inferiore e senza lasciare cicatrici visibili, è possibile aumentare lo spazio dell’orbita rimuovendo le pareti ossee più sottili.
L’esoftalmo (occhio sporgente) può essere completamente curato da questo intervento e la chirurgia palpebrale, da eseguirsi in un tempo successivo, può riportare gli occhi e l’aspetto complessivo del paziente allo stato pre-malattia. Il paziente è di solito operato in day hospital con minimi rischi, grazie a un approccio mini-invasivo.
I dati.
L’orbitopatia tiroidea è piuttosto diffusa, anche se sono ignote le cause. In Italia non esistono dati, ma la situazione è analoga a quella degli Stati Uniti, dove risulta colpita una donna ogni 6 mila, in età comprese tra i 35 e i 60 anni.
Secondo uno studio condotto dal Dipartimento di Oftalmologia della Mayo Clinic di Roschester nel Minnesota nel 1995 e pubblicato sull’American Journal of Ophthalmology, ci sono 16 nuovi casi ogni 100mila abitanti all’anno per quanto riguarda le donne, mentre la percentuale si abbassa a tre nuovi casi ogni 100mila abitanti l’anno per i maschi con un rischio 85% maggiore per le femmine.
Nelle donne il picco d’età di incidenza è tra i 40 e i 44 anni e tra i 60-64 anni, mentre per gli uomini dai 45 ai 49 e dai 65 ai 69.